Praticare attività fisica in maniera regolare fa bene alla salute sia fisica che mentale, tuttavia un’attività sportiva intensa si può associare ad aritmie cardiache che, a loro volta, possonno rappresentare una condizione di rischio per l’atleta.
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che come l’attività sportiva ad alti livelli può determinare modifiche all’apparato circolatorio e al cuore. In particolare si è notato come l’allenamento continuativo modifica la struttura del muscolo cardiaco, che può presentare una cavità e/o uno spessore del setto e delle pareti libere differente rispetto a quelle di una persona che non pratica nessuna attività. Le aritmie possono avere cause differenti, da fattori genetici ed ereditari fino a stili di vita non congrui; con queste condizioni di base, aumenti di stress e adrenalina legate all’attività sportiva possono concorrere a far “uscire allo scoperto” la malattia.
Nello specifico, anche se il soggetto non sa di essere affetto da una patologia cardiaca, è possibile che durante o dopo l’attività sportiva il suo ritmo cardiaco subisca dei cambiamenti che, nei casi più gravi, possono portare anche alla perdita di coscienza o al decesso.
Quali sono le cardiopatie più comuni tra gli sportivi?
Gli sportivi possono essere affetti da:
- Tachicardia: una condizione per cui la frequenza cardiaca supera i 100 battiti al minuto in condizioni di riposo (in un soggetto adulto in buona salute il ritmo cardiaco si aggira intorno 70 battiti al minuto);
- Bradiaritmia: è il contrario della tachicardia, ovvero il battito è più lento rispetto alla normalità;
- Fibrillazione atriale: è l’aritmia cardiaca più comune e consiste in un battito irregolare causato dall’elevata e scoordinata frequenza con cui si attivano gli atri al momento di pompare il sangue;
Qui troverai ulteriori informazioni sulla fibrillazione atriale
- Tachicardia ventricolare: il cuore batte molto velocemente a causa di un’attività elettrica anomala che origina nei ventricoli;
- Extrasistolia: si verifica quando il battito cardiaco è anticipato e può essere avvertito come una sensazione di “vuoto” al torace o come un “colpo forte”.
Qui troverai ulteriori informazioni sull'extrasistolia ventricolare
Qual è l’iter diagnostico per lo sportivo?
Tutti gli atleti agonisti sono tenuti ad effettuare visite di controllo periodico presso uno specialista di Medicina dello Sport, che valuterà se l’aritmia è compatibile con il normale svolgimento dell’attività agonistica ed eventualmente può consigliare esami di approfondimento o la visita presso un Cardiologo Aritmologo.
Talvolta anche gli sportivi che non praticano attività agonistica possono sviluppare aritmie. Anche in questo caso può essere utile rivolgersi ad un Cardiologo Aritmologo, che ha il compito di individuare eventuali problemi o patologie che causano l’aritmia. Esami di approfondimento come l’Ecocardiogramma e il Monitoraggio ECG sec. Holter, a cui può eventualmente seguire lo studio elettrofisiologico, possono essere utili per definire il profilo di rischio del paziente.
Terapie e trattamenti
La terapia farmacologica può essere indicata in molti casi di tachicardia per regolarizzare o rallentare il battito. In altri casi, come per esempio per le bradiaritmie, può essere necessario impiantare un pacemaker. In casi di extrasistolia ventricolare o di episodi recidivanti di fibrillazione atriale, l’ablazione transcacatetere può essere il trattamento di scelta. Nei pazienti con aritmie gravi o malattie cardiache che espongono al rischio di morte improvvisa, può essere necessario l’impiantato di un defibrillatore automatico.
Il Dr Pasquale Vergara coordina il centro Aritmo Sport dell’Ospedale San Raffele di Milano; il centro si rivolge sia ad atleti professionisti che durante la valutazione del medico sportivo abbiano mostrato evidenza di aritmie, che ad appassionati dello sport con sospetto di aritmie. Durante la visita ambulatoriale potranno essere consigliati esami di approfondimento ultraspecialistico ed eventualmente proposto un trattamento adeguato. Il centro Aritmo Sport non rilascia certificati di idoneità sportiva, ma eventualmente collabora con i Medici dello Sport nel delineare l’iter diagnostico e terapeutico più appropriato.